A Giacomo


La vita è piena di sorprese e di imprevisti, ci sono angeli che appaiono all'improvviso nella vita di persone in difficoltà.

Lo conobbi per puro caso negli anni '90 avevo pubblicato un annuncio su un giornale locale, ricercavo agenti di vendita per conto della mia tipografia.

Il giornale copriva un'area geografica tra Napoli e provincia, non mi sarei mai aspettato che una persona mi avrebbe chiamato dalla provincia di Viterbo.

Sì fu il signor Giacomo che nel 1997 mi chiamò, rimasi un po' incredulo perché aveva l'accento Romano, all'inizio pensai che fosse uno scherzo ma lui faceva sul serio! Mi chiese l'indirizzo della tipografia e mi disse il giorno e l'ora che si sarebbe presentato.

Continuai a credere che fosse uno scherzo perché non era possibile tutto ciò, in provincia di Viterbo non veniva distribuito il giornale contenente il mio annuncio.

Quel fatidico giorno il signor Giacomo si presentò per davvero, era un uomo alto con capelli spettinati e un aria un po' buffa, io e mio fratello lo guardammo con un po' di diffidenza che in pochi minuti svanì. Giacomo espresse subito la sua simpatia e cordialità, era molto preparato nel settore, avevamo una gran necessità di lavorare e incrementare il lavoro. Gli chiesi dove aveva trovato il giornale degli annunci, lui rispose che si era trovato mesi fa a Napoli e aveva comprato il giornale in un edicola presso la stazione ferroviaria.

Le cose non andavano bene la scelta di procurare agenti di vendita era la nostra prima priorità. Giacomo aveva una sua agenzia pubblicitaria e operava in tutto il viterbese e in parte la città di Roma, lui avrebbe guadagnato una percentuale sugli ordini procacciati. Avevamo ideato un prodotto che sembrava efficace i "segnaprezzi" erano cartoncini che venivano personalizzati a seconda la richiesta del cliente per poi messi in vetrina del proprio negozio per indicare il prezzo del prodotto esposto.

Dopo circa un mese Giacomo si ripresentò di nuovo in tipografia con il suo sorriso rassicurante, aveva con sé tantissimi ordini, io e mio fratello fummo sorpresi avevamo delle aspettative molto contenute. Gli ordini raccolti dal signor Giacomo ci diedero la possibilità di lavorare circa 2 settimane incessantemente senza sosta. Al ritiro degli ordini Giacomo portò con sé suo figlio, ci pagarono con un assegno bancario salutarono e andarono via.

Fu la nostra prima fornitura e in seguito ne susseguirono altre, le cose sembravano andare per il meglio, Giacomo era un abile venditore e sapeva bene come organizzare al meglio il proprio lavoro. Molte volte a causa dell'elevata mole di lavoro non riuscivamo a rispettare i tempi di consegna degli ordini, avevamo delle macchine obsolete e non eravamo abituati a tanto lavoro.

Giacomo nonostante faceva brutte figure con i clienti a non rispettare i tempi di consegna non si arrabbiava mai, i suoi modi gentili, il suo sorriso e i suoi preziosi consigli ci davano la forza di andare avanti e non mollare mai. In certi momenti era testardo ma ciò faceva parte del suo essere.

Era per noi il nostro angelo custode ci aveva dato la possibilità di risollevarci e uscire da una situazione economica difficile. aveva molta pazienza nei nostri confronti e il nostro rapporto si consolidò sempre di più al punto che tra noi nacque anche un ottimo rapporto di amicizia. 

Nel dicembre del 1998 gli facemmo visita nella sua cittadina io mio fratello e altri due nostri amici, pernottammo in un albergo di fronte casa sua. Giacomo ci portò in giro per tutta la "Tuscia" tra cui il quartiere San pellegrino di Viterbo. Era colto e quei due giorni furono per noi fantastici e ricchi di emozioni.

Nonostante avesse molti problemi familiari Giacomo era sempre sorridente e allegro e tanto generoso. Prendeva a cuore i miei problemi e mi stava molto vicino come se fosse un secondo padre.

Dopo diversi anni mi sposai e nacque mio figlio Antonio, Giacomo anche in questa occasione non esitò a mostrare la sua generosità: ci regalò un bellissimo sonaglino in argento che tutt'oggi conservo e più di una volta ci ospitò presso un albergo a Torre Alfina tutto a sue spese. 

Si affezionò subito a mio figlio Antonio lo portava con se in passeggino, gli cantava le sue canzoncine in romanesco lo coccolava proprio come se fosse suo nonno. Ci diede la possibilità di trascorrere con lui giornate indimenticabili. Ogni luogo in cui mettevano piede ci raccontava la storia lasciandoci affascinati.

Gli anni passavano e Giacomo iniziava a invecchiare sempre di più e come lui scherzosamente diceva < io ho una brutta malattia si chiama annite> insomma voleva semplicemente dire che era vecchio e di conseguenza iniziarono a presentarsi i primi problemi di salute.

Il rapporto lavorativo rimase saldo ma Giacomo aveva sempre di più problemi nel spostarsi fino al punto che dovette rimanere in casa, era sempre operativo, lavorava da casa prendeva gli Ordini telefonicamente e li inoltrava a noi, le consegne venivano effettuate tramite corriere. Era una vera forza e nonostante la sua età avanzata imparò a usare il computer e con esso anche i social.

I problemi di salute lo costrinsero a lasciare definitivamente il lavoro, lui stava a casa non poteva uscire, veniva aiutato da suo figlio nelle faccende domestiche. Era triste vedere un uomo dinamico e vitale come lui fermo come un uccello in gabbia.

Il nostro rapporto rimase saldo, ci sentivamo spesso telefonicamente, avevamo lunghe e piacevoli conversazioni, nonostante tutto Giacomo era sempre allegro e ottimista, si quell'ottimismo che lo indusse ad aprire un suo blog personale dove parlava di argomenti vari e scriveva poesie in romanesco.

Mi diceva sempre che io ero terapeutico per lui perché con la mia simpatia lui si rigenerava e mi chiedeva sempre dei miei familiari. 

Voleva tanto rivedermi, mi chiedeva diverse volte di andare a trovarlo, purtroppo c'erano 280 km di distanza tra noi non era semplice andarci, il lavoro e gli impegni familiari mi facevano sempre rimandare quel viaggio. Ma dimenticai una cosa fondamentale: il tempo non aspetta nessuno, corre corre senza fermarsi. 

Nel mio immaginario c'era sempre Giacomo lì al sicuro a casa sua e che prima o poi l'avrei fatto visita. Purtroppo non fu così, il giorno 25 luglio 2023 il mio telefonino squillò, apparve il numero telefonico di suo  figlio, guardai il telefonino prima di rispondere mi girai verso mia moglie e le dissi <è morto Giacomo!> fu una sensazione che provai in quel momento dovuto anche dal fatto che io e suo figlio ci sentivamo di rado. Quando risposi al telefono, ebbi la conferma, Giacomo lasciò il mondo terreno per volare in cielo. Aveva 85 anni.

La tristezza e il rimorso presero sopravvento su di me, non riuscì a esaudire la sua richiesta quella di rivedermi almeno per l'ultima volta, l'angoscia e la tristezza mi stringevano la gola e facevo fatica a respirare. Un pezzo di me se n'era andato mancai a dargli quell'ultimo saluto da lui tanto desiderato.

Spero mi perdoni, lui avrà per sempre un posto speciale nel mio cuore.

Se dovreste trovarvi in una situazione del genere non aspettate che il tempo vinca, senza esitare, ... Andate...... Andate...... Andate dal vostro caro 

Massimo Brandi 


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